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Report Istat sulla lettura. Dati in calo nel 2022: il 39,3 per cento ha letto un libro nell’ultimo anno

Nel 2022, il 39,3% delle persone di 6 anni e più ha dichiarato di aver letto nell’ultimo anno almeno un libro per motivi non strettamente scolastici o professionali. Il valore si è ridotto rispetto a quanto rilevato nei due anni precedenti, quando i lettori di libri sono stati rispettivamente il 41,4% (2020) e il 40,8% (2021). E’ quanto si legge nel Report dell’Istat “Produzione e lettura di libri in Italia” per il 2022. Negli ultimi anni si sta diffondendo anche in Italia il consumo di prodotti editoriali digitali (e-book e libri online), sebbene sia ancora molto forte la predilezione verso il formato cartaceo. Nel 2022, infatti, sono 19 milioni 113mila i lettori di libri cartacei (il 34,1% della popolazione di 6 anni e più, pari all’86,9% dei lettori), mentre sono 6 milioni 224mila le persone che hanno dichiarato di aver letto e-book e/o libri online (l’11,1% della popolazione di 6 anni e più, pari al 28,3% dei lettori). Sono, infine, un milione 85mila gli utilizzatori di audiolibri (l’1,9% della popolazione di 6 anni e più, dato raddoppiato rispetto al 2018 e pari al 4,9% dei lettori).

Tra il 2021 e il 2022 il calo della quota dei lettori di libri ha interessato qualunque formato di lettura: dal formato digitale (-6,3% di lettori) al cartaceo (-5,3%) all’audiolibro (-2,9%). Analizzando l’utilizzo esclusivo dei vari dispositivi per la lettura, si osserva che sette lettori su 10 (69,8%) hanno letto solo libri cartacei, il 12,4% solo e-book/libri on line, lo 0,5% ha ascoltato solo audiolibri. Invece, la quota di chi ha alternato diverse tipologie di supporto si attesta al 17,4%. I dati confermano dunque il persistere di “abitudini forti” tra i lettori che si polarizzano sull’utilizzo esclusivo del cartaceo, sebbene si diffonda anche una moderata propensione a usare i vari dispositivi in modalità combinata.

La lettura di libri in formato digitale (in modo esclusivo o complementare a quella di libri cartacei) è più diffusa tra i giovani lettori di 15-34 anni e diminuisce nelle fasce di età successive, in modo particolare tra le persone di 65 anni e più. La quota di utilizzatori di dispositivi digitali è in ogni caso in aumento in quest’ultima fascia di età (dal 2,5% nel 2018 al 4,3% nel 2022). Leggono solo libri cartacei specialmente i bambini fino a 10 anni di età (86,4%), una modalità di lettura meno frequente nelle fasce di età successive che acquisisce di nuovo rilievo tra gli over 44enni, con livelli superiori all’80% tra la popolazione di 65 anni e più. La lettura esclusiva di libri cartacei è più elevata tra le donne (71,9% contro il 66,9% degli uomini), mentre quella di e-book/libri online è maggiore tra gli uomini (15,5% contro il 10,1% delle lettrici). Tali differenze di genere sono più marcate nelle fasce di età centrali, in particolare tra i 45 e il 64 anni, e meno nelle altre.

PERSISTE IL DIVARIO TERRITORIALE

L’abitudine alla lettura è generalmente più diffusa nel Centro-nord: nel 2022 ha letto almeno un libro il 46,1% delle persone residenti nel Nord, il 42,4% di chi vive nel Centro e il 27,9% di chi vive nel Mezzogiorno. Si conferma come in passato un significativo digital divide territoriale nell’utilizzo del supporto digitale per la lettura, con quote di persone che hanno letto nell’ultimo anno almeno un e-book pari al 12,4% nel Nord e al 12% nel Centro contro l’8,5% nel Mezzogiorno, sebbene nel Mezzogiorno si osservi tra i lettori di libri un maggiore utilizzo esclusivo del digitale (16%) rispetto al Centro-nord (11%). La lettura di e-book/libri online si conferma, inoltre, più diffusa nei Comuni centro delle aree metropolitane (14,6%) rispetto ai piccoli centri (9,7% nei Comuni fino a 2mila abitanti). L’analisi per titolo di studio evidenzia come, indipendentemente dal tipo di supporto utilizzato, le quote di lettori sono più alte tra le persone con titolo di studio più elevato, con un rapporto tra chi è laureato e chi possiede al massimo la licenza media di quattro lettori su uno. La distanza tra titoli di studio alti e titoli di studio bassi si amplifica notevolmente considerando la sola lettura digitale, dove il rapporto sale a circa otto a uno (23,9% contro 3,1%).

MOLTO AMPIA E IN CRESCITA OFFERTA LIBRARIA IN ITALIA

Nel 2022 il comparto della produzione editoriale italiana dedito alla pubblicazione di libri non solo non ha conosciuto flessioni rilevanti rispetto al periodo pre-pandemico, ma ha anche mostrato un’ulteriore crescita sia in termini di quantità di opere librarie complessivamente pubblicate (+7,5 rispetto al 2019), sia in termini di copie stampate e distribuite (+5,1%). Gli editori che dichiarano di svolgere nel 2022 l’edizione di libri come attività principale sono 1.736. I livelli di produzione di questo comparto sono molto alti: nel 2022, gli editori attivi hanno pubblicato 86.174 opere librarie a stampa, con una tiratura complessiva di poco più di 198 milioni di copie stampate. Se a questi titoli aggiungiamo poi quelli pubblicati sempre dagli stessi editori esclusivamente in formato e-book, e quelli auto-pubblicati dagli autori stessi, sia avvalendosi dei servizi per il self-publishing offerti dalle piattaforme, sia autonomamente, nel 2022 si arrivano a contare 102.987 titoli pubblicati (nel 2021 erano sempre 108.795). Si tratta di una produzione ragguardevole, pari in media a 282 titoli pubblicati ogni giorno dell’anno, cioè 12 l’ora, con un rapporto di 1,7 titoli pubblicati ogni 1.000 abitanti.

I PICCOLI E MEDI EDITORI

Il settore editoriale italiano è storicamente polarizzato sia per dimensione d’impresa che a livello territoriale. Per quanto riguarda la dimensione di impresa, nel 2022, il 51,7% degli editori attivi (1.476 in tutto) sono “micro-editori” che realizzano ciascuno una tiratura annua non superiore a 5mila copie, il 39,4% “piccoli editori” con una tiratura massima di 100mila copie, il 6,5% “medi editori” che pubblicano non più di un milione di copie e solo il 2,4% sono classificati come “grandi editori” poiché la loro produzione annuale è superiore a un milione di copie.

I GRANDI EDITORI

Complessivamente i “grandi” editori realizzano più di un terzo (35,1%) delle opere pubblicate e tre quarti (75,8%) delle copie stampate. Accanto agli operatori di maggiori dimensioni, l’ampia e variegata platea di micro, piccoli e medi editori contribuisce per il 64,9% all’offerta dei titoli pubblicati e per quasi un quarto (24,2%) alla tiratura. In media, i micro editori hanno pubblicato 11 titoli l’anno, i piccoli editori 45 titoli, i medi editori 226 e le grandi case editrici 863. Nelle province di Roma, Milano e Torino opera più di un terzo (36,4%) degli editori attivi, i quali contribuiscono alla produzione del 62,9% delle opere librarie e al 71,5% della tiratura. In particolare, il 14,0% degli editori si concentra nella provincia di Milano, ad essi si deve il 41,8% della produzione libraria e il 56,6% della tiratura complessiva.

AUMENTANO TITOLI E TIRATURA, CRESCE L’OFFERTA PER I RAGAZZI

Con 86.174 opere librarie pubblicate, il 2022 è caratterizzato da un lieve aumento della produzione editoriale rispetto al 2021 (+1,3%; +11,4% rispetto al 2020). L’incremento delle opere riguarda soprattutto la pubblicazione di ristampe (+10,5% sul 2021) e le opere per bambini e ragazzi (+19,7%), mentre risultano in forte diminuzione le edizioni successive (-14,3%). Considerando lo stesso sottoinsieme di editori attivi anche nel 2021, l’incremento della tiratura è pari a +1,7% (+12,8% sul 2020) e ha interessato soprattutto le ristampe (+7,8% sul 2021) e le opere per bambini e ragazzi (+14,6%). Le opere scolastiche mostrano invece una dinamica divergente, con il disaccoppiamento tra la dinamica crescente della quantità di titoli pubblicati (+8,9%) e la contrazione della tiratura (-9,3%).

La quota di invenduto, pur rimanendo una caratteristica strutturale del mercato editoriale italiano, si ridimensiona: il 20,8% degli operatori del settore dichiara giacenze e reso per oltre la metà dei titoli pubblicati (era il 21,4% nel 2021 e il 24,8% nel 2020). Tale quota è maggiore per i micro (24,3%) e i piccoli editori (16,6%) mentre è molto più contenuta per i medi (8,3%) e per i grandi editori (2,9%), i quali hanno una maggiore capacità di controllo delle vendite e di gestione delle tirature in funzione della domanda. Rimane alta la quota di editori che dichiara una percentuale di invenduto compresa tra il 26 e il 59% delle copie distribuite, pari complessivamente al 44,9% del totale (42,9% grandi editori, 42,7% medi, 53,8% piccoli, 41,8% micro editori).

PIÙ LIBRI PER BAMBINI E RAGAZZI, ROMANZI E FUMETTI

I libri del genere “varia” sono prevalenti nell’offerta editoriale (77,5%); quelli per bambini e ragazzi rappresentano il 12,5% dei titoli pubblicati. Le opere scolastiche il 10,0%. In termini di tiratura, le opere per bambini e ragazzi coprono una notevole quota di mercato: il 22,1% della tiratura complessiva (+3,1 punti percentuali rispetto al 2021). Il 23,9% è riconducibile all’editoria scolastica, mentre oltre la metà delle copie stampate (53,9%) appartiene alla categoria di “varia”. Quanto ai contenuti editoriali, si registra la consueta prevalenza dei testi letterari moderni (25,0%), ampia categoria che include romanzi, racconti, libri gialli e di avventura, libri di poesia e testi teatrali, e l’andamento positivo dei libri a fumetti. Gli oltre 16mila romanzi e racconti pubblicati costituiscono il 18,9% dei titoli e il 20,9% delle copie stampate nel 2022. I libri a fumetti incidono per una quota non marginale sul complesso dei titoli pubblicati (4,7%, +3,2 punti percentuali rispetto al 2021) e hanno una forte penetrazione nel mercato in termini di tiratura, complessivamente quasi un decimo del totale delle copie stampate (8,9%, +4,7 p.p. sul 2021).

PER TRE EDITORI SU QUATTRO NESSUN SOSTEGNO PUBBLICO

Tre editori su quattro (il 75,1%) dichiarano di non aver ricevuto nel 2022 nessun finanziamento pubblico di sostegno diretto o indiretto all’editoria. La maggior parte (9,4%) di coloro che ne hanno beneficiato ha ricevuto contributi rivolti alla piccola editoria, mentre il 5,5% si è avvalso di contributi per le traduzioni (il 22,9% dei grandi editori e 21,9% dei medi). Il 4,3% degli editori ha dichiarato inoltre di aver fatto ricorso a finanziamenti pubblici per la partecipazione a fiere del libro nazionali e/o internazionali (8,3% dei medi editori e 6,4% dei piccoli). Inoltre, nel 2022 il 18,6% degli editori ha favorito l’accesso degli autori a sponsorizzazioni pubbliche da parte di enti/istituzioni per la diffusione di opere librarie ad alto contenuto culturale.

MENO VENDITE E RIALZO BOLLETTA ENERGETICA CAUSA DI MINOR FATTURATO

L’andamento del fatturato dichiarato dagli editori a conclusione del 2022 nel complesso è in lieve peggioramento rispetto al 2021. Tuttavia, dopo la fase di emergenza pandemica, si manifesta una sostanziale tenuta del mercato editoriale. Complessivamente, il 46,1% degli editori a fine anno ha dichiarato un calo del proprio fatturato rispetto all’anno precedente (64,6% nel 2020). Tra questi, il 24,6% ha dichiarato una riduzione non superiore a un quarto del fatturato, il 14,2% un calo tra il 25% e il 50% mentre per il 7,3% la riduzione è stata pari o superiore alla metà del fatturato dell’anno precedente.

Tra i fattori che avrebbero determinato la diminuzione del fatturato gli editori segnalano il calo delle vendite (28,1%), gli alti costi di stampa legati al rialzo dei costi della bolletta energetica (22,9%) e, in misura minore, la chiusura delle librerie indipendenti (7,6%). Al contrario, il 24,6% degli editori non ha subito alcuna riduzione del fatturato e circa un quarto (24,7%) ha sostenuto di avere registrato un aumento. Tra questi ultimi il 10,3% ha dichiarato un incremento del 10% e il 14,4% un incremento di oltre il 10%. L’incremento del fatturato è ricondotto a un aumento delle vendite dei libri in catalogo (11,5%), al particolare successo di un titolo pubblicato (8,0%) e alla maggiore vendita delle novità editoriali (7,8%).

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